Nell’era globalizzata, la mobilità diventa sempre più un paradigma esistenziale comune. In questo contesto la letteratura, linguaggio dotato come pochi altri della capacità di immaginare forme di vita “altre” e di stabilire connessioni sempre nuove tra quelle esistenti, tende oggi più che mai a scavalcare le barriere nazionali, per costituirsi come sistema aperto, plurale, ibrido. Se scrivere in una lingua diversa dalla propria significa in qualche modo reinventare quella stessa lingua - e la letteratura che in essa si esprime - ci chiediamo quale ruolo svolga la produzione in italiano di autori “stranieri” nella messa in discussione delle categorie vigenti in campo letterario e linguistico e nell'apertura di nuovi spazi di discorso capaci di tramutarsi immediatamente in nuovi orizzonti di azione politica.
Ne discutiamo con:
Andrea Sirotti
Barbara Serdakowski
Brenda Porster
Júlio Monteiro Martins
Livia Bazu
Pina Piccolo
Venerdì 9 maggio
Aula 1 Palazzo Ricci